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Articolo sul Kambo - Phyllomedusa bicolor




Kambo: ricerca scientifica e guarigione

'Kambo', 'Campu', 'Sapo', 'vaccino della foresta': sono questi i nomi che stanno ad indicare la secrezione gelatinosa di una rana che vive nella parte nord-occidentale della foresta amazzonica, al confine tra Perù e Brasile, in Bolivia e Colombia. Il nome scientifico di questo anfibio è 'Phyllomedusa bicolor'’ oppure Giant Monkey Frog. In questo articolo userò il termine piu’ usato comunemente, vale a dire 'Kambo'. Da 53, ora sono soltanto 13 le tribù amazzoniche che per diversi scopi ancora usano questa secrezione. Gli indios affermano che il kambo li aiuta prima di tutto a sbarazzarsi di 'panema', la cattiva sorte. Il Kambo viene anche usato dai cacciatore prima delle loro battute di caccia nella foresta, che loro chiamano ‘la caccia magica’. Infine il kambo viene usato per diversi scopi teraputici, come una potente medicina per difendersi dai frequenti morsi di serpenti, da malaria, febbre gialla e altre malattie epidemiche cui sono esposti gli abitanti della foresta amazzonica.


Ricerca scientifica di V.Erspamer sul Kambo: nove potenti peptidi bioattivi

Lo scienziato italiano Vittorio Erspamer dell'Università degli Studi di Roma, nominato premio Nobel per i suoi studi sui peptidi, ha scritto nel suo scambio epistolare con l’antropologo Peter Gorman che ‘questa secrezione contiene un fantastico cocktail chimico con un potenziale terapeutico ineguagliato da nessun altro anfibio' (1). Viktor Mutt, uno dei piu’ importanti biochimici dello scorso secolo ha scritto che Vittorio Erspamer ha realizzato nel nostro tempo quello che due suoi connazionali, Cristoforo Colombo e Amerigo Vespucci, fecero cinque secoli fa: scoprire un nuovo continente da esplorare. 'Tra le diverse decine di peptidi trovati nella secrezione del Kambo, fino al sette% sono bioattivi' (1), cioe’ causano delle reazioni chimiche nel corpo umano legandosi a recettori situati nel cervello. I ricercatori hanno trovato finora nove peptidi bioattivi che hanno un potente effetto sui muscoli del tratto gastrointestinale, sulla secrezione gastrica e pancreatica, sulla circolazione sanguigna, sulla stimolazione della corteccia surrenale e sulla ghiandola pituitaria. 'Phyllomedusin’ ha un potente effetto sull’ intestino e contribuisce ad una sua purificazione profonda. ‘Phyllokinin’ e ‘phyllomedusin’ sono potenti vasodilatatori. La dilatazione dei vasi sanguigni provocata da questi peptidi aumenta la permeabilità della barriera emato-encefalica facilitando così l'accesso al cervello, non solo di questi due peptidi, ma anche degli altri peptidi bioattivi. ‘Caerulein’ e ‘Sauvagine’ causano una diminuzione della pressione arteriosa accompagnata da tachycardia, stimolano la corteccia surrenale e la ghiandola pituitaria che contribuisce ad una elevata percezione sensoriale e aumenta la resistenza fisica. Migliorano in generale la capacità del corpo di affrontare il dolore e situazioni stressanti. ‘Dermorphin’ e ‘deltorphin’ sono potenti peptidi oppioidi, 4000 volte più forti della morfina e 40 volte più forte delle endogeniche beta-endorfine. Entrambi questi peptidi hanno un forte effetto analgesico in condizione di dolore dovute per esempio a coliche renali, insufficienza vascolare periferica e al cancro. (1). Di recente, un nuovo peptide è stato scoperto dal team di John Daly presso il National Institute of Health (USA), l’ ‘adenoregulina’ che agisce nel corpo umano attraverso l’ adenosina, un recettore collegato alla produzione di energia all’interno delle cellule. Queste ricerche scientifiche hanno aperto delle nuove prospettive sul funzionamento del cervello umano e sulla possibilta’ di curare depressione, epilessia, ictus e disturbi cognitivi come l’Alzheimer. I peptidi del Kambo coprono una vasta gamma di potenzialita’ terapeutiche: malattie del cervello, emicrania, malattie dovute ad insufficiente circolazione sanguigna, malattie degli organi, della pelle e problemi agli occhi, problemi di fertilità in uomini e donne, problemi dovuti a un abbassamento del sistema immunitario come l'aids, il cancro l’ epatite ecc Altre interessanti potenzialita’ terapeutiche di questa secrezione sono dovute ai suoi effetti anti-infiammatori, alla capacità di distruggere i microbi e virus (1) e curare infezioni. Il Kambo risulta il più forte antibiotico e anestetico naturale finora conosciuto nel mondo ed è anche il più forte medicinale naturale per potenziare il sistema immunitario.

I trattamenti di Kambo hanno degli effetti a breve e lungo termine.

Come scrive Peter Gorman nel suo articolo ‘Making Magic’: 'a breve termine gli effetti sono uno stato di allerta, buon umore, maggiore resistenza alla stanchezza, alla fame e alla sete' (1). Altri effetti riscontrabili in chi fa questi trattamenti sono una elevata capacità di concentrazione, un aumento di energia, una chiarezza mentale che può durare per diversi giorni o anche settimane. Gli effetti a lungo termine sono la resistenza alla fatica e il miglioramento delle proprie condizioni di salute. Forse Einstein disse una volta che normalmente usiamo solo il 10% delle nostre potenzialità. Con il Kambo abbiamo la possibilità di risvegliare il potenziale naturale del corpo. Le persone che ricevono regolarmente questo 'vaccino ' come anche viene spesso chiamato, hanno meno probabilita’ di ammalarsi e hanno molta energia in piu’ per affrontare la giornata. Il ripristino dell’ equilibrio naturale e il rafforzamento del sistema immunitario prevengono l'insorgenza di disturbi dovuti ai virus. Perfino il cancro non ha le condizioni per crescere e se c’e presenza di cancro nell’organismo, se trattato in tempo, questo diminuisce e scompare. Per ottenere i migliori risultati si consiglia di ricevere i trattamenti con regolarita’ e in caso di malattie pesanti, di dipendenza e/o intossicazione da farmaci chimici, può essere utile fare una cura intensiva. Durante il trattamento, il Kambo entra nel corpo attraverso il sistema linfatico, scansiona il campo energetico e inizia ad operare dove c’e’ un blocco, esattamente laddove ce n’e’ bisogno. Il processo di guarigione che si innesca è diverso per tutti e il trattamento deve essere prolungato o intensificato di conseguenza. Ho visto alcune persone guarire dopo un solo trattamento, soprattutto pazienti con problemi agli occhi e alle orecchie. Per i pazienti affetti da dipendenze i risultati sono piuttosto rapidi. Anche se io stesso, per capirci, chiamo il kambo una ‘medicina’, questo in realtà non funziona come una medicina classica, ne e’ omologabile ad una droga sottoponibile a antidoping. Il kambo ristabilisce il funzionamento naturale degli organi, il sistema endrocrino e il sistema immunitario. Il corpo riceve la possibilità di guarire non tramite un agente esterno ma da se stesso.

Attenzione: il kambo non e’ la medicina che guarisce da ogni male.

Esso ha un suo campo operativo specifico. Cosa il Kambo non può fare è rimuovere l’origine di blocchi emotivi, provenienti da esperienze traumatiche infantili, che nella mia esperienza terapeutica hanno sempre una controparte fisica, per esempio in un organo, ed una emotiva. Con l’espulsione della bile dal pancreas si ottiene un notevole alleviamento dalle emozioni negative, ma la radice del problema che crea rancore e paura rimane. Per rimuovere blocchi emotivi profondi c’e’ un’altra ‘medicina sacra’ usata, anch’essa da millenni, dagli abitanti del Gabon: il Tabernanthe Iboga. Su questa pianta e sul suo derivato chimico, l’Ibogaine, degli studi scientifici cominciarono nell’Ottocento.


Il kambo dalla prospettiva degli indios dell’amazzonia
 
'Anche se difficili da trovare, le rane kambo vengono raccolte sugli alberi mentre cantano annunciando la pioggia. Nella tradizione degli indios solo gli sciamani raccolgono questa rana, lo fanno all’alba anche loro cantando'. (2) ‘Queste rane sono estremamente velenose e non reagiscono quando vengono catturate perché non hanno predatori nella foresta’ (2). Sono in realtà prede difficili da digerire, e se un serpente prova ad ingoiarle, e’ costretto a sputarle immediatamente. Per raccogliere la secrezione della rana, gli indios le legano agli arti con dei lacci e la fissano su dei bastoncini a formare una X. Per quanto questa manipolazione possa sembrare disagevole per la rana, questa non viene ferita e viene rilasciata indenne. Secondo gli indios, il Kambo è prima di tutto uno Spirito della foresta, per questo deve essere trattata con cautela e rispetto. Gli indios dicono che gli sciamani vedono la rana nelle loro visioni e dialogano con essa. Danneggiare la rana significherebbe offendere lo Spirito dell’animale e causare grave disgrazia per la tribu’. Gli indios hanno una chiara consapevolezza del rispetto dell’equilibrio naturale. Procacciarsi cibo in eccesso significherebbe rompere questo equilibrio e evocare l’ira degli Spiriti degli animali. Il male procurato ad un animale della foresta si ripercuoterebbe inevitabilmente su chi l’ha fatto. La secrezione del Kambo viene fatta essiccare su bastoni di legno e puo’ venire utilizzata in seguito riportandola al suo stato gelatinoso mescolandola con alcune gocce di acqua o di saliva. La 'medicina' viene applicata su piccoli fori fatti sulla pelle con la punta un bastoncino infuocato. L'effetto è immediato. La sostanza entra nel corpo attraverso il sistema linfatico. Il corpo si scalda, il cuore batte veloce, puo’ sorgere un senso di nausea fino a quando la persona rigetta l'acqua che ha bevuto in anticipo o deve andare al bagno. Il momento piu’ intenso del processo dura circa 15 minuti. Il Kambo, come altri medicinali degli Indios, si basa sul principio della trasmissione di energia dallo sciamano alla persona che riceve il trattamento. Gli indios conoscono modi diversi per somministrare questo vaccino e ogni tribù ha sviluppato rituali diversi corrispondenti a diverse funzioni. I katukina e i Matsés applicano ripetutamente il Kambo durante la notte che precede le loro battute di ‘caccia magica’. Questo e’il trattamento piu’ intensivo. Il numero delle bruciature, la frequenza e lo scopo dei trattamenti variano nelle diverse tribu’. Ma la ragione principale per tutti e’ quella di sbarazzarsi di 'panema ', un termine che potremmo tradurre con sfortuna, ma copre in realta’ aree di significato da noi indicate da parole quali depressione, pigrizia, tristezza, irritazione. Gli indios la considerano una condizione negativa che attrae difficoltà e malattie. La immaginano come una nuvola che copre il nostro campo energetico. Quando le cose non vanno bene, quando il cacciatore non coglie il bersaglio, quando il ragazzo si comporta male, allora è il momento giusto di prendere il Kambo. Tra i Matses il kambo viene usato per disciplinare i ragazzi. I Matsés combinano il Kambo con nunu, una polvere che viene soffiata nel naso tramite cerbottane. Questa polvere presa in grandi quantita’ produce delle visioni che per i Matses stanno ad indicare l’ora e il luogo in cui la preda si offrirà al cacciatore. Durante il secolo scorso ci furono dei cambiamenti in Amazzonia, dopo che molte persone si erano trasferirite dalle città nella foresta per lavorare alle piantagioni di caucciu’. Da diversi anni ormai il kambo viene utilizzato al di fuori della foresta pluviale amazzonica e non è più medicina esclusiva degli Indios. Un nuovo uso del Kambo e’ stato introdotto recentemente da persone che hanno imparato dagli indios e hanno iniziato ad applicare il Kambo ai bianchi. Il loro capo era Francisco Gomes (Shiban), che ha vissuto a lungo con i katukina. Suo figlio, Gomes Genildo ha fondato nel 2002 una associazione che è il centro principale di irradiazione dei trattamenti Kambo in Brasile. Ci sono diverse filosofie fra gli applicatori di questo vaccino, in particolare tra i katukina e i caboclos, che appllicano il Kambo agli abitanti della città. Al contrario di Matses e Katukina, i caboclos hanno fissato più regole e restrizioni al fine di rendere i trattamenti sicuri anche per gli abitanti della citta’, che sono evidentemente meno forti degli indios. Alcune delle restrizioni riguardano il divieto di dare il kambo a persone affette da gravi problemi di cuore, alle donne in gravidanza durante i primi tre mesi di gravidanza, a persone con gravi problemi respiratori e ai bambini fino al decimo anno di eta’. Il trattamento di base dei caboclos è di tre sedute, date a intervalli di tempo piu’ o meno lunghi che dipendono dalla capacità della persona. Secondo questo metodo, l'intervallo tra due trattamenti non deve superare una luna, cioe’ 28 giorni. Se l’intervallo e’ piu’ lungo, allora il kambo deve rifare tutto il lavoro di nuovo come fosse il primo trattamento. Il numero e la vicinanza dei trattamenti infatti moltiplicano gli effetti di questa medicina. In tutte e due le scuole si richiede astinenza da cibi solidi e sale almeno 12 ore prima della seduta. Durante il trattamento che si svolge in tre mesi la persona riceve una quantità sempre maggiore di punti (5-7-9). Mentre gli indios ingeriscono da tre a cinque litri di una zuppa di mais durante la notte precedente la seduta, i caboclos bevono circa due litri di acqua pochi minuti prima dell'applicazione.


Aspetti spirituali del kambo

Come affirma Marcelo Gomes, la medicina Kambo 'stabilisce un riallineamento dei chakra, marca una riorganizzazione fisica e psicologica, grazie alla quale le persone cambiano abitudini alimentari e modi di pensare' (6). L’elemento con cui questa medicina e’ collegata e’ il fuoco. La combinazione di fuoco e acqua provoca una trasformazione alchemica. Attraverso un processo di combustione interna, tossine depositate a lungo nel corpo vengono espulse insieme all’acqua ingerita. E’ un processo di disintossicazione che non funziona solo a livello fisico ma anche a livello spirituale. L’applicazione della secrezione ci ricollega alla saggezza naturale del corpo, e ci fa vedere allo specchio abitudini negative, ci mostra cosa evitare e cosa fare per migliorare la nostra salute e la consavellezza di noi stessi. Accade spesso che durante i trattamenti riceviamo degli ‘insights’. L’insight e’ un messaggio che ci fa vedere cose che prima non vedevamo. Eccone un paio di esempi. Una volta durante un trattamento mi sono reso conto di quanto fosse velenoso per il mio corpo il caffè decaffeinato che avevo bevuto poco prima della mia seduta. Un mio paziente mi ha raccontato che nella sua vita era abituato a coprire le sue le emozioni spiacevoli facendo qualcosa, qualunque cosa. Dopo aver ottenuto alcuni trattamenti di Kambo ha riconosciuto questo suo modello di comportamento e invece di rimanerci intrappolato, riusciva ad abbracciare le sue sensazione negative e cosi’ a calmarsi. I trattamenti di Kambo fanno accadere dei cambiamenti nella nostra vita in modo naturale, senza sforzo. In genere siamo abituati a pensare in maniera dualistica: ‘Voglio cambiare questo’ 'Voglio smettere di fumare', ecc Tentiamo di raggiungere un certo obiettivo con la forza di volontà, in realtà stiamo mettendo in atto un combattimento contro noi stessi. Abbiamo fatto così per generazioni, chi piu’ chi meno ci portiamo dietro questo bagaglio. Con il kambo e’ una saggezza naturale che si mette alla guida del nostro processo di guarigione. In maniera naturale diventiamo sempre piu’ attenti, sappiamo ascoltare meglio i messaggi che il corpo ci manda. Un veleno esterno verra’ riconosciuto piu’ chiaramento come un veleno ecc. Senza pensare sappiamo cosa fare e cosa non fare in una determinata situazione, facciamo la cosa giusta al momento giusto. “E come avere il libretto delle istruzioni in mano’ mi disse umoristicamente un mio paziente. Diventiamo capaci di abbandonare abitudini malsane e nello stesso tempo ci liberiamo dalla schiavitu’ di idée che ci hanno imprigionato e che non rappresentano la nostra natura, ma qualcosa di fittizio che vi ci si e’ attaccato sopra. Nella mia esperienza le nostre idée, tanto piu’ vi siamo attaccati, rappesentano il principale ostacolo che blocca la guarigione. Il messaggio che mandiamo a noi stessi tramite i pensieri che produciamo determina la nostra vita. Ci muoviamo in uno spazio di possibilita’ limitato dai presupposti impliciti e spesso non consapevoli creati dal nostro pensiero. Una guarigione senza l’intenzione di guarire non e’ possible. Cosi’ come non e’ possibile guarire se non crediamo di poterlo fare - da soli o con l’aiuto di qualche santo. L’ego si arrocca nel suo castello difensivo e si erge ad imperatore nel nostro territorio che e’ in realta’ molto piu’ vasto dell’ego. Una mia amica che ha fatto diversi trattamenti di `kambo ha umoristicamente definito questa invasione dell’ego il cappello di Napoleone cui siamo spesso decisamente affezionati. Quando invece ci attacchiamo alle nostre difficolta’ puo’ divenire il cappello di un mendicante che non vede l’abbondanza e la riccheza dentro e intorno a se oppure l’osso cui si attacca il cane. La guarigione diventa allora una sorta di minaccia. Guai a chi prova a toglierci l’osso. I trattamenti di Kambo ci offrono l'energia che di solito non abbiamo, ma di cui abbiamo bisogno per fare un processo di trasformazione interiore. Rimuovendo la nube chiamata 'panema' dal nostro campo energetico, diveniamo piu’ aperti a ricevere l’energia che siamo oltre definizioni e concetti, che in termini spirituali viene chiamata Spirito. Una mia amica è venuto da me circa mezzo anno un fa. Aveva un cancro da diversi anni che si stava espandando per tutto il corpo. La situazione era urgente, quindi ho iniziato con lei una cura intensiva di trattamenti doppi due volte alla settimana. Lei aveva una fiducia molto forte per questa medicina e anche una grande forza di volontà. Dopo pochi mesi grazie al kambo aveva un aspetto completamente diverso. Tutti, compreso il suo medico, erano sorpresi che una persona che irradiava tanta salute e buon umore fosse affetta da cancro. Lei stessa si sentiva in forma. Il risultato delle sue analisi del sangue erano incoraggianti. Il cancro non recedeva ma cresceva molto più lentamente di prima. Durante le sue sedute di kambo compariva una seconda personalità che si lamentava, si commiserava e poteva anche arrabbiarsi. Alla maniera del buddhismo mahayana potrei definire questa seconda personalita’ uno spirito affamato (hungry ghost). Quando questa seconda personalita’ compariva, la mia paziente mostrava molte resistenze a fare la cura e ad entrare nel processo. Ma grazie alla forza della sua personalità, non si e’ arresa. Una volta abbiamo indagato insieme questa 'seconda personalità'. E 'venuto fuori che era collegata a sua nonna la cui morte era stata un'esperienza traumatica sia per lei che per la sua famiglia. Le ho detto che ogni volta che questo spirito sarebbe tornato, lei era libera di sceglieredi mandarlo via o lasciarlo fare, ovvere di scegliere se di dirgli di si’ o di no. Durante la seguente seduta, quando questo spirito l’ha tentata di nuovo a lamentarsi e a commiserarsi, lei ha deciso di portare l’attenzione sul suo respiro e di rimanere in uno spazio interiore che poi ha riconosciuto come la sua vera forza. Il respiro e’ in effetti un canale privilegiato attraverso cui passa la nostra guarigione in quanto ci permette di essere testimoni silenziosi e di guardare, di fermare il mondo come direbbe don Juan, invece di produrre pensieri che vanno a confermare e ricreare la condizione in cui ci troviamo. Questa esperienza è stata un punto di svolta nel suo processo di guarigione. Qualcosa di essenziale e’ cambiato nel suo processo durante i trattamenti, che si sono fatti piu’ rapidi ed efficaci. Liberandosi delle sue resistenze, si e’ aperto un canale in cui l’energia attivata dal kambo circolava piu’ liberamente e operava la guarigione in profondita’. Nel frattempo il suo cancro anche se lentamente continuava a crescere all’altezza del fegato vicino al pancreas, e a minacciare cosi’ la sua vita. Insieme abbiamo deciso di affiancare al kambo una chemioterapia molto leggera. Dopo alcuni mesi da quando ha cominciato i trattamenti di kambo le tracce del cancro sono scomparse dal suo corpo. Questo processo di guarigione è accaduto in circa sei mesi.


Biopirateria e diritti degli indios

Gli studi sulle tribù amazzoniche che fanno uso del Kambo sono iniziati negli anni ‘30. Negli anni ‘50 questa secrezione ha destato l’interesse di alcuni scienziati. Ma solo negli anni Ottanta, l’ esperienza di un trattamento di kambo e’ stata documetata dal un antopologo americano, Peter Gorman, durante le sue visite alla tribu’ dei Matsés in Perù. La maggior parte delle informazioni scientifiche che si trovano in questo articolo provengono dal suo 'Hunting magic’ nel quale Gorman racconta la sua permanenza tra i Matses', una vera e propria iniziazione spirituale al loro mondo magico, e riporta lo scambio epistolare con Vittorio Erspamer con cui collaborava riguardo alla ricerca sui peptidi. Spedisce alcuni esemplari delle rane kambo che per la prima volta vengono studiate all’Universita’ di Roma e in altre Universita in America. Negli stessi anni alcune compagnie farmaceutiche di tutto il mondo mostrano un vivo interesse per le proprietà medicinali della secrezione di questa rana e si registrano i primi brevetti sui peptidi del Kambo. Alcuni esemplare vengono furtivamente portati anche in Giappone dove pero’ viene scoperto che il kambo perde le sue proprieta’ se messo in cattivita’. Questa corsa al brevetto di prodotti provenienti dall’Amazzonia c’era stata anche per un veleno prodotto da un serpente dell’amazzonia. Mi riferisco alla società farmaceutica Squibb che con il medicinale Captopril ha guadagnano una quantità enorme di dollari di cui nessuno e’ andato agli abitanti del territorio da cui questo serpente e’ stato prelevato. Anche se alcuni dei peptidi che si trovano nella secrezione della Phyllomedusa bicolor sono stati riprodotti in laboratorio e sono stati brevettati, questo risultato non ha portato alla produzione di un medicinale di rilievo dal punto di visto commerciale. Nel 2003 la tribu dei Katukina, rappresentati dal loro capo Fernando, ha denunciato l'abuso del Kambo e hanno accusato di biopirateria la società farmaceutica che ha brevettato i peptidi del Kambo rivendicando ai Katukina e ad altre tribù amazzoniche i diritti su ogni farmaco derivato dal kambo. Nel 2004 e’ avvenuta un'alleanza tra i Katukina e il governo brasiliano rappresentato da Marina Silva, che ha dichiarato che i profitti dovuti alla secrezione del Kambo andranno a beneficio del Brasile. Da allora, il governo brasiliano ha vietato l'uso del Kambo e anche qualsiasi pubblicità delle sue proprietà. Recentemente una nuova associazione, MATSES, è stata creata dal dr. Dan Pantome in Perù, dove il Kambo è ancora legale, Lo scopo di questa associazione filantropica no-profit è quello di sostenere gli indios che vivono in Amazzonia. e di proteggerli da speculazioni operate da parte di stranieri. Come il dr Pantone scrive, 'proteggere le tribu native dell’ Amazzonia significa proteggere la foresta stessa' che viene sempre piu’ manipolata da interessi di compagnie internazionali. L'intera area in cui i Matsés vivono è stata recentemente venduta a una compagnia petrolifera internazionale. Negli anni '70 il Matsés stessi sono stati bombardati dagli elicotteri come risposta ai loro attacchi a dei lavoratori che stavano costruendo una strada sul loro territorio. Le tribù indigene venendo contatto con il mondo occidentale stanno compiendo un passo evolutivo molto rapido che equivale a un balzo di decine di migliaia di anni nel giro di una o due generazioni. Basti pensare che alcune tribu dei Matses hanno avuto solo contatti sporadici col mondo occidentale fino agli anni ’70 e essendo nomadi sono sempre riusciti a ritirasi nella foresta. E’ un fatto conosciuto da tutti che la distruzione dell’Amazzonia e delle tribu indigene sta accadendo sotto i nostri occhi. Cosi’ come l’Unesco ha scelto a patrimonio mondiale inviolabile opere d’arte, intere citta o aree geografiche e bene ricordare l’urgenza di una legge internazionale che protegga la foresta amazzonica, le tribu’ e le loro tradizioni che si stanno rivelando di grande importanza per noi dal punto di vista medico. Questa legge e’ nell’interesse di tutti essendo in gioco la nostra sopravvivenza su questo pianeta. Personalmente non sono d’accordo con la proibizione fatta dal governo brasiliano riguardo alla diffusione di informazioni scientifiche sul kambo. Non credo che questa decione rappreesentila soluzione finale per questa faccenda. Il kambo non appartiene soltanto allo stato brasiliano, ma anche a quello peruviano ed e’ da considersi un patrimonio di tutta l’umanita’. E’ quello che lo spirito del Kambo piu’ di una volta mi ha comunicato. Lo Spirito del kambo vuole raggiungere la gente senza fare discriminazioni. Non credo che sia possibile fare del kambo la proprieta’ privata di un singolo come neppure di una nazione.




1) P. Gorman, Making magic, da Omni, luglio 1993

2) Marcelo Bolshow Gomes, Kambo, the spirit of the Shaman

3) Ruolo dei peptidi antimicrobici nell’immunita’ innata, Universita’di Roma



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