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Visualizzazione dei post da giugno, 2010

AYAHUASCA

di Marco Nieli, Ottavio Iommelli Conosciuta dai popoli dell'Amazzonia come yagé, caapi, dàpa, mihi, kahi, natema, pindé, saga del muerto, bejuco bravo, etc., l'ayahuasca (letteralmente, "liana o rampicante dell'anima") è un beveraggio allucinogeno prodotto dalla decozione di due o più piante locali, impiegato tradizionalmente da sciamani e curanderos nativi in cerimonie di guarigione a sfondo magico-esoterico e terapeutico. Sebbene sia noto l'uso rituale di tale beveraggio fin dai tempi delle prime esplorazioni da parte di occidentali (sec. XVIII-XIX), è solo in tempi recenti che si è giunti a una corretta identificazione delle piante che forniscono i principi attivi. La componente base è rappresentata dalla Banisteriopsis caapi o inebrians, una liana della giungla la cui corteccia viene sminuzzata in appositi mortai e poi sottoposta a decozione con aggiunta (a scelta) di Datura, Psychotria (viridis o carthaginensis), Brugmansia suaveolens, Brunfelsia (chirica

UFO NELLA MENTE

di Alfredo Lissoni Quanto c'è di soggettivo e quanto di oggettivo negli avvistamenti UFO e negli incontri ravvicinati? Già anni fa lo svizzero Claude Riffat ipotizzò che gli UFO influissero sul locus ceruleus del cervello (la zona deputata ai sogni), producendo visioni ed allucinazioni (ricordate le dimensioni continuamente mutevoli dei dischi e degli alieni, sia in casi di IR-4 come Zanfretta che in episodi di contattismo come Dibitonto?); considerazioni di questo tipo, che avvicinano l'ufologia extraterrestrialista a quella parafisica e al mondo virtuale stile 'Matrix' di Johannes Fiebag, se qualche anno fa potevano scandalizzare i puristi dell'ufologia 'viti e bulloni', nell'era del cyberspazio offrono invece spunti di comprensione oltremodo interessanti; parte della nostra percezione del fenomeno UFO potrebbe essere alterata: spesso il nostro occhio non percepisce l'UFO invisibile o che sfreccia ad altissima velocità o che utilizza un moto quanti