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Kambo Kambo

IL PAJE' CHE SI TRASFORMO' IN ROSPO E DOPO IN PROMESSA DI MEDICINA BREVETTATA di Bia Labate Ho sentito dire una volta da un Kaxinawà: "Il kampu era un pajè (sciamano) che morì e divenne un rospo. Prima di morire disse: - Io aiuterò a curare le malattie. C’è un periodo dell’anno, quando le scimmie incominciano a ingrassare, che il kampu canta. Così i membri della comunità sanno che l’epoca è buona per andare a caccia. Fanno un rituale per prendere il kampu. A lui piace stare in cima ad un albero. Bisogna andarci con una torcia. Lui intona la sua melodia e così noi possiamo incontrarlo. Conosciamo infatti i versi di tutti i rospi. Prima di prendere il kampu, è necessario dialogare con lui. Solo il pajé può farlo. Tutto nella foresta ha un padrone. Ci sono gli spiriti yuxin e gli incantati yuxibo. Occorre rispettarli per non essere offeso. Occorre chieder permesso – perchè non è possibile prendere quel che si vuole nella foresta senza il loro assenso. Quando il cacciator

Ayahuasca: Un Viaggio Nell' Anima

Lo sciamano ha un sito Internet, un nome u-tente Skype, guida un fuoristrada giapponese di seconda mano e vi promette un viaggio che nessun tour operator è in grado di organizzare: quello dentro voi stessi, prima classe, posto di finestrino. Suoi sono i segreti dell'ayahuasca, una liana psicotropa che cresce nell'Amazzonia peruviana e che gli indios usano da sempre per raggiungere attraverso le allucinazioni uno stato di autoconsapevolezza o trance che altrove verrebbe definito Nirvana. E sua è stata l'idea, un decennio fa, di capitalizzare quei segreti organizzando cerimonie a pagamento per il mercato statunitense, dove l'ayahuasca, messa fuorilegge come sostanza stupefacente (non in Perú), suscita notevole interesse nell'ambiente medico (esperimenti hanno dimostrato la possibile efficacia nella cura delle tossicodipendenze e di alcune psicopatologie), in quello artistico (ne hanno fatto uso Paul Simon, Sting, Isabel Allende) e fra le sempre nutrite schiere di inve

DMT N-N dimetiltriptamina

Una molecola semplice, ma potentissima. Una molecola endogena, ma anche di sintesi. Mentre dormiamo viene prodotta nel nostro cervello e il suo picco massimo è registrabile verso le 3-4 ante meridiem proprio nella fase del sonno profondo o REM durante il quale, generalmente, si sogna. La molecola ha una funzione complessa non ancora completamente svelata, ma, come ipotizzato da numerosi scienziati che l'hanno provata su volontari sani nel più grande studio mai eseguito con sostanze serotonino simili, potrebbe essere la molecola dello spirito. Sì, la DMT avrebbe il ruolo di essere la molecola dello spirito umano con la capacità di intervenire in tutti quegli stati in cui, il solo corpo non saprebbe ritrovarsi o reagire. Ansietà, depressione e stress sono i suoi target principali. La primissima produzione di DMT avviene con la terza settimana di gestazione e, il suo primo massiccio utilizzo, da parte del nascituro, è proprio durante la nascita. Il suo backbone è fantastico, differisc

RUTA SIRIACA (PEGANUM HARMALA)

In questi ultimi anni una pianta, il cui rapporto con l’uomo è di antica data, è oggetto di una rinnovata attenzione da parte degli psiconauti enteogenici: il Peganum harmala. E ciò non tanto per le sue proprietà psicoattive, quanto per le sue potenzialità di sinergismo in accoppiamento con altri vegetali psicoattivi, specialmente quelli enteogeni. Come pianta nota e utilizzata presso le antiche culture del bacino del Mediterraneo e del Medio Oriente, non è da escludere il fatto che queste associazioni, o alcune di queste, fossero già state scoperte e valorizzate in precedenza. Considerata sino a non molti anni fa come una pianta psicoattiva di interesse secondario, il Peganum sta velocemente riacquistando la posizione che si merita, quale importante pianta sacramentale delle culture mediterranee e asiatiche. In queste pagine riporto un insieme di dati, provenienti da diverse discipline, al fine di offrire un quadro generale di informazioni su questa pianta; una pianta finora ignorata

Ayahuasca e analoghi: Enteogeni universali

L'ayahuasca, l'amrta amazzonica, fece il suo primo ingresso nella storia occidentale durante il diciassettesimo secolo, quando preti Gesuiti commentarono l'esistenza di "pozioni diaboliche" ricavate da liane dagli Indiani Peruviani. Ma fu solo verso la metà del diciannovesimo secolo che il botanico britannico Richard Spruce iniziò degli studi botanici sulla principale fonte vegetale, una pianta chiamata Banisteria caapi, oggi più comunemente conosciuta come Banisteriopsis caapi. Il geografo ecuadoriano Manuel Villavicencio sembra essere stato il primo non-Indiano noto ad avere sperimentato i pieni effetti della pozione, nel 1858, e nei successivi 150 anni sono stati pubblicati più di un centinaio dì studi botanici, etnografici, chimici e farmacologici sull'ambrosia amazzonica (Ott, 1994). Ora sappiamo che le bevande di ayahuasca (note anche come yaié e caapi, e con una dozzina di altri nomi indigeni) venivano utilizzate tradizionalmente dalle regioni costiere

L'AYAHUASCA NEL SANTO DAIME

L’ayahuasca assume una connotazione particolare all’interno della dottrina del Santo Daime; essa costituisce il sacramento, il veicolo che mette in comunicazione l’essere umano con l’astrale o con il divino. È un’entità complessa, la cui definizione non è facile e immediata. Quando ci si riferisce all’ayahuasca si parla di Daime. “Il Daime è colui che dà più di qualsiasi altro maestro materiale”. Le piante impiegate per la sua preparazione sono una liana (jagube) e una foglia (folha rainha) che sono ritenute regnare sopra tutti gli altri vegetali. Il luogo dove crescono è detto infatti Reinhado (regno). Per i daimisti incontrare un Reinhado è un momento speciale perché indica un buon livello di evoluzione spirituale. La “Forza” dello Jagube e la “Luce” della Folha Rainha corrispondono, nella cosmogonia del movimento, a due entità spirituali: il Maestro Imperiale (Juramidan) e la Rainha da Floresta (o Vergine della Concezione). Di conseguenza, la raccolta della liana è opera degli uomin

Tabernanthe Iboga La Leggenda..

La leggenda racconta che l’arbusto di iboga, come molte piante psicoattive, sia nato da un umano tramite l’intervento degli dei. Più precisamente, il dio Zame ye Mebege avrebbe tagliato le dita ad un pigmeo di nome Bitamu e le avrebbe poi piantate nella foresta dove crebbe l’arbusto di iboga. L’utilizzo sacramentale della radice di iboga ha grande importanza nei culti Buiti, nati circa 150 anni fa dalla mescolanza di culti indigeni con la fede cristiana e diffusi soprattutto nel Gabon. I Buiti appartengono principalmente a due gruppi tribali, i Fang e i Mitsogho, i quali sostengono di aver appreso l’utilizzo dell’iboga dai pigmei, abitanti della foresta. I culti Buiti si dividono in varie sette che si distinguono nel grado in cui hanno assimilato i simboli e le pratiche cristiane. Tutti considerano le radici di Tabernanthe iboga l’autentico sacramento, contrariamente all’ostia cristiana. L’iboga è l’albero della conoscenza, tramite il quale l’umanità può conoscere il creatore e il crea